martedì 19 marzo 2013

e' arrivato il cambio di stagione



Varisara Dhauti o Shank Prakshalana
“Bevete lentamente giù lungo le corde vocali, poi muovete l’acqua nello stomaco. Poi evacuatela”. (Gheranda Samhita) 

Consiste nel lavaggio completo dell'intestino. Etimologicamente Varisara significa “(tramite) l'essenza dell'acqua” e Dhauti “purificazione”.
Il termine Shankprakshalana, che vuol dire pressappoco pulizia della conchiglia – shank – (con una chiara allusione alla forma attorcigliata del nostro intestino) si riferisce appunto a una magnifica pratica di pulizia totale del nostro tubo digerente, dalla bocca all’ano; è facile da eseguire e meriterebbe di essere conosciuta e applicata in tutto il mondo per gli straordinari benefici che apporta all’organismo... a costo minimo!
La premessa indispensabile per capire e giustificare la pratica periodica sta in una visione molto realistica del nostro intestino come è di solito in questo nostro mondo occidentale: dunque un intestino sovraccarico, intasato, nelle cui anse spesso stazionano depositi fecali che, fermentando, creano inarrestabili processi di infiammazione prima e di degenerazione poi. Da questo, come sostengono tutte le Medicine Tradizionali, deriva qualunque malattia, dal raffreddore al cancro, e anche la “cosidetta cervicale”, spesso fraintesa nella sua genesi come un disturbo di esclusiva pertinenza di quel tratto della colonna vertebrale.

Nella maggior parte dei casi non è così: curiosamente, soprattutto quando insieme al dolore compaiono nausee e crisi di vomito, è il cattivo funzionamento del nostro fegato che dobbiamo chiamare in causa. E’ accertato che, spesso, le tossine epatiche, anziché migrare naturalmente verso il basso ed essere espulse dall’intestino, risalgono fino al tratto cervicale e da lì scatenano il fenomeno doloroso, la nausea ecc. Confondendo le idee e anche le modalità terapeutiche.
La tecnica è conosciuta anche col nome di Shank Prakshalana, che si può tradurre con “gesto della conchiglia”, a ricordarci che l'interno di una conchiglia è sinuoso e percorso da vari interstizi, come il nostro intestino. Questa tecnica, che la Gheranda Samhita considera la migliore delle Dhauti, è largamente riconosciuta per la sua efficacia.
Sarà difficile per chiunque risalire a quella pratica straordinaria e insostituibile di pulizia del tubo digerente – Shankprakshalana – che gli yogi ben conoscono e usano, soprattutto nei cambi di stagione e, se necessario, anche più frequentemente.
Per fortuna, come sappiamo, nello Yoga funziona sempre quel sottile, inarrestabile, mezzo di comunicazione tradizionale, da maestro ad allievo, da bocca a orecchio (parampara), che ci informa ma ci mette anche al sicuro da errori o effetti indesiderati.

Tale era la prudenza e la sapienza degli antichi Maharishi – grandi saggi – che trasmettevano il loro sapere ai discepoli in una forma concentrata e sicura entro brevi e succosi aforismi.
Pur digiuni di nozioni di anatomia e fisiologia ma apparsi sul nostro pianeta in un’epoca aurea dello spirito,i Maharishi assimilarono per “scienza infusa” “la Verità della disciplina yogica”.

E la trasmisero tale e quale, come abbiamo visto, criptata, a protezione e beneficio dei posteri.
Lo studio e la decodificazione di questi sutra è stata vista da sempre come una sfida agli occhi dello studioso ma nessuno può affermare oggi, in questo momento così significativo per la scienza, che quanto esposto da quei grandi Maestri di un passato remotissimo sia attualmente inattendibile o criticabile da un punto di vista razionale e scientifico.

La pratica complessivamente dura tre giorni; non spaventatevi, in realtà è semplice e facile da eseguire e nei tre giorni arriviamo a capire tante cose belle del nostro corpo.
La sera precedente l’esecuzione di Shankprakshalana, assumeremo poco cibo, molto leggero: una minestrina leggera di verdura, verso le 19 sarebbe l’ideale.

Il mattino dopo, completamente digiuni (soli in casa, niente bambini attorno né parenti inutilmente apprensivi) inizieremo a bere acqua calda (ma non caldissima) e salata (particolare sale).
Berremo l’acqua a bicchieri, non velocemente e non a piccoli sorsi, un bicchiere alla volta, con decisione e praticando esercizi che ci facilitano lo scorrimento dell’acqua nel tubo digerente.
8 esercizi ripetuti ognuno per 6 volte per complessivi 16 bicchieri.

Dunque siate rilassati, bevete la vostra acqua – che come gusto non è il massimo, ma intanto ascoltate un po’ di musica, praticate e di solito, al sesto bicchiere l’intestino si sveglia e inizia la prima evacuazione, cui ne seguirà un’altra... poi un’altra ancora... e così via.
Continuando a bere l’acqua salata, osservate che le feci si presenteranno sempre più scomposte: fino a quando, da ultimo, uscirà acqua pulita!
Si arriva così alla fine e a questo punto abbiamo bisogno di un po’ di riposo, distesi; ma, entro mezz’ora, occorre mangiare un bel piatto di riso bianco, ben cotto, condito con ghee, al fine di lubrificare per bene il tessuto intestinale.
Se avete sete potete assumere della semplice acqua naturale, non gasata e non gelata, o una tisana di finocchio o di malva (ottima per completare l’effetto decongestionante di Shankprakshalana).

Nei due giorni successivi: moderazione nella dieta, niente cibi acidi o piccanti, niente sughi o fritti o dolci o bevande gasate. Un po’ di riso basmati o un po’ di pasta, della verdura lessata e condita con olio d’oliva, un frutto “innocuo” tipo la mela, o qualche pezzetto di banana.
Ma soprattutto osservatevi: guardate come il corpo è più morbido e rilassato, come è limpido il fondo dell’occhio, come è più leggera e scorrevole la vostra saliva. Come siete più felici! E soprattutto ascoltate quella meravigliosa sensazione di “vuoto” nella vostra pancia... Iniziate da lì e non permettetevi più gonfiori addominali, stitichezza e quella sgradevole impressione di “pienezza” che qualcuno confonde con la soddisfazione alimentare.

Controindicazioni
Non si pratica Shankprakshalana in gravidanza, durante il periodo mestruale (ma il giorno precedente il mestruo sì! Vedrete come l’effetto rigenerante sarà più completo). Non si fa con patologie addominali in corso o pregresse – se di una certa rilevanza – e quando esistono disturbi cardiovascolari. In tal caso consultare prima un medico. Il sale va tolto se ipertesi.




Per info Marina 3456763000 

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