domenica 19 giugno 2011

Aglio un amico della salute

Originario dell’Asia centrale, dove si hanno traccia di coltivazioni da più di 3000 anni. Considerata pianta, come tutte le gigliacee, nel mondo classico si riteneva, in generale, capace di tener lontano il malocchio (secondo alcuni potrebbe essere la leggendaria erba Moly citata dagli antichi e da Omero come rimedio ai malefici della maga Circe (1), mentre Plinio ne riferisce svariate proprietà tra cui quelle di alleviare l’asma, tener lontani serpenti (2) e follia; in Egitto impiegata dagli operai costruttori delle piramidi, a Roma era componente importante nella dieta dei soldati.Il termine sanscrito impiegato per l’aglio vuol dire “uccisore di mostri” ed ancora nei secoli passati si usava come amuleto nella notte di S. Giovanni (assieme ad altre erbe sacre come iperico, ruta ed artemisia) per allontanare le streghe e come talismano portafortuna.I nativi Americani (3) conoscevano bene le proprietà di diverse varietà di aglio selvatico che impiegavano soprattutto per via esterna (es. punture d’insetto, infezioni cutanee); l’impiego farmaceutico (come espettorante, carminativo e diuretico) rimase ufficialmente riconosciuto fino al 1936, assieme a quello di varietà locali di piante congeneri (come la cipolla).Presso le popolazioni caraibiche, come ci racconta la Cabrera, l’aglio, oltre ad essere impiegato come potente amuleto (da portare indosso o da associare ad altri rimedi in fumigazioni), componente di bevande sacre (es. per i novizi del Mayombe) conosciuto anche dalle streghe (che, a Trinidad, si riteneva lo impiegassero per volare), viene impiegato per varie applicazioni:- localmente come antidoto per vari tipi di punture d’insetto, scabbia, tigna;- digestivo, antielmintico, antireumatico, antilitiasico;- antiinfettivo nella tubercolosi, sifilide;- malattie “locali” come l’ “isteria maschile” e, soprattutto, il “mal di madre”, rigonfiamento che si forma e si muove all’altezza dello stomaco, determinato da dispiaceri e cattiva alimentazione, capace anche di uccidere (4).Sul piano erboristico nostrano l’impiego dei bulbi di questa pianta ha origini piuttosto remote.- vermifugo, riferendosi alle raccomandazioni di Galeno, suggerendo macerati nel vino (enoliti), nel latte o in veicolo acquoso; secondo il Messeguè le proprietà antielmintiche non vengono meno dopo la cottura;- stimolante dell’appetito, della digestione e dell’eliminazione dei gas intestinali; spasmolitico in varie forme di coliche addominali e nelle mestruazioni irregolari;- antiartritico-antireumatico, antispasmodico e favorevole all’espulsione dei calcoli urinari; l’azione diuretica popolarmente è impiegata anche mediante l’uso delle radici della pianta;
Per uso topico è anche rubefacente (popolare cataplasma antireumatico), rimedio per le ustioni (con olio di oliva o di noce, secondo lo Chomel), callifugo, anti-verruche.

Solo marginalmente è citato l’effetto cardiovascolare (antiipertensivo, antisclerotico riducente l’ampiezza dei battiti cardiaci, secondo M. Debray) oggi considerato principale.

Consigliabile l’impiego di semi di anice o prezzemolo per mitigare l’alitosi indotta dall’assunzione della droga, mentre il Messeguè suggerisce la consumazione di varietà meno “fragranti”come l’aglio rosa; nell’antichità, al fine di ridurre la “carica odorosa” circolavano curiose credenze riguardanti le modalità di coltivazione-raccolta (Plinio il vecchio) o la consumazione di altri alimenti-antidoti (Menandro).


Per l’americano M. Moore l’aglio è, sul piano energetico, un moderato stimolatore delle funzioni di apparato digerente, reni, apparato riproduttivo, apparato respiratorio, sistema linfatico, mucose e, soprattutto, cute, mentre riferisce un’inibizione a livello di stress tiroidei e, soprattutto, anabolici.

Il dato richiama le tradizionali considerazioni del Messeguè, che ne esaltà le doti stimolanti (per l’attività sportiva e anche sulla sfera sessuale); interessante il riferimento alla preparazione popolare di un “liquore d’aglio” costituito per un terzo di bulbi d’aglio schiacciati e per due terzi di alcool (da esporre al sole per 15 gg e filtrare). 

Nell’insieme la ricchezza del fitocomplesso e degli effetti esercitati (non tutti adeguatamente approfonditi) ascrivono certamente l’aglio tra i rimedi “policresti” più validi ed interessanti a disposizione dell’uso alimentare, salutistico-preventivo (erboristico) e fito-terapeutico. Azioni 

Si attribuiscono in prevalenza azioni:

- sull’apparato cardiovascolare: ipotensiva, antiossidante; oggi sono le azioni maggiormente impiegate (e validate dalla stessa OMS in una specifica monografia del 1999);

- sulla difesa antiinfettiva: immunostimolante, favorente la leucocitosi ed antisettica.

Non sono ancora ben chiare le differenze tra polvere, macerati, preparati estrattivi di vario genere, preparati di droga fresca (che possono avere azioni quantitativamente e qualitativamente diverse) ai fini dell’impiego terapeutico; ad esempio un recente studio del 2006 ha evidenziato come perfino l’ebollizione non sia in grado di minimizzare gli effetti della droga sulla lipidemia (confermando i tradizionali benefici della dieta mediterranea); alcuni studi evidenziano come i preparati ottenuti per fermentazione sarebbero privi di sostanze solforate attive.

Quest’ultimo dato suggerisce una certa cautela nel valutare i preparati commerciali che vantano proprietà inodori. Difesa antiinfettiva 

In animali di laboratorio ha mostrato di abbassare trigliceridi, colesterolo e diminuire il rapporto LDL/HDL (aumentando il colesterolo HDL); 

L’azione drenante, unitamente a quella antiinfettiva (artriti infettive), interferente sulla biosintesi degli eicosanoidi e remineralizzante (con generoso apporto di zolfo), spiegherebbe, tra l’altro, la potenziale utilità dell’aglio, indicata dalla tradizione, sulle patologie infiammatorie articolari. Infine sembra aiutare nella disassuefazione dal tabagismo (le molecole solforate si comportano anche da antidoto verso alcune sostanze nocive del fumo e dell’inquinamento ambientale come i metalli pesanti). Azioni indesiderate e controindicazioni 

Già Plinio segnalava come l’aglio, a dosi eccessive, potesse far male allo stomaco, oltre che “indebolire la vista, causare flatulenza e provocare sete” (Cattabiani).

Gli effetti indesiderati maggiori (e le relative controindicazioni), spesso legati a somministrazioni eccessive e/o protratte nel tempo, comprendono:

- allergie respiratorie o topiche,
- gastrolesività (evitare nei gastropatici ed in associazione con farmaci gastrolesivi);

L’Antonelli ha riferito una certa azione tossica (veleno potente per le talpe) sfruttata in agricoltura.

Secondo taluni studiosi sarebbe da evitare in gravidanza ed allattamento (anche se uno studio controllato ha mostrato che i principi dell’aglio, passando nel latte, accrescono l’attitudine del neonato alla suzione). Fonti principali

L. Cabrera – Piante e Magia - Rizzoli
V. Vogel – Erboristeria e medicina naturale dei pellerossa - Rusconi A.
Cattabiani – Florario - Mondadori
G. Antonelli – Le piante che ridanno salute - A.L.C.I.
E. Campanini – Dizionario di fitoterapia e piante medicinali - Tecniche Nuove