lunedì 12 dicembre 2011

Parte "GODERECCIA" dell'incontro di domenica 11 di...

Naturopatia e benessere naturale: parte "GODERECCIA" dell'incontro di domenica 11 di...: di seguito le ricette delle "torte consapevoli" che tanto sono piaciute, manca solo quella di Irene che caricherò appena me la gira!! ...

Parte "GODERECCIA" dell'incontro di domenica 11 dicembre


di seguito le ricette delle "torte consapevoli" che tanto sono piaciute, manca solo quella di Irene che caricherò appena me la gira!!

Torta di zucca al cioccolato, senza grassi, senza latte & company ma con tanto sapore!

Ingredienti:
300 grammi di zucca
4 uova del contadino
200 grammi di zucchero di canna integrale
1 presa di sale
mezzo limone bio 
100 grammi di cioccolato fondente 80%
1/2 cucchiaino di polvere di cannella
125 grammi di mandorle tostate macinate oppure nocciole o un mix di entrambe
100 grammi di farina di farro integrale Torre dei Campani
1 cucchiaino di polvere lievitante senza fosfati

Tritate il cioccolato con il coltello grossolanamente;
Grattugiate la zucca con la grattugia quadrata dalla parte dei fori medio-piccoli (io uso il Bimby e faccio in un attimo) ad ogni conto dovete ottenere una polpa abbastanza fine, a meno che non vogliate una torta molto più rustica.
Mettete le uova, lo zucchero e il sale nell’impastatrice, montate lo strumento a frusta e sbattete il composto a velocità medio alta fino a quando non sarà bello gonfio e chiaro.
Intanto grattugiate la scorza del limone e spremete il succo, e aggiungeteli al composto.

Subito dopo abbassate la velocità e aggiungete il cioccolato tritato, la cannella, la farina di mandorle, e la zucca grattugiata, aspettate che il tutto sia ben amalgamato, e per ultima inserite la farina mescolata molto bene con la polvere lievitante. A questo punto fate andare il mixer alla velocità più bassa che potete, solo fino a quando non si vedrà più la farina.
Versate l’impasto nella teglia o imburrata o con carta forno (io uso quelle di silicone che non richiedono nulla) e infornate. Lasciate cuocere per cinquanta minuti, la torta sarà pronta se alla prova dello stecchino non si attacca l'impasto.
Questa ricetta viene consigliata farcita con marmellata di ribes e spolverata di zucchero a velo, ma vi assicuro che già così è una delizia!
Se comunque la volete farcire aspettate che sia raffreddata prima di tagliarla per non romperla tutta.
:)

Torta di mele, zenzero e cannella

Ingredienti:
4 mele o 5 se piccoline ma dolcissime
3 uova del contadino
1 limone bio
 
170 grammi di zucchero integrale
150 grammi di farina 1 Gentilrosso (grano antico Torre dei Campani)
50 grammi di farina integrale di farro (Torre dei Campani)
150 grammi di burro bio o olio di girasole spremuto a freddo (io uso quello deodorato)
1 bustina di polvere lievitante senza fosfati (se avete fatto l'altra ricetta usate quella che vi è avanzata)
1 presa di sale marino integrale

una spolverata di zenzero e cannella
un po’ di latte intero fresco o di riso o avena
Imburrate e infarinate una teglia di 22 centimetri di diametro oppure usate la carta forno o gli stampi in silicone.
Preriscaldate il forno a 180°C, setacciate le farine con il sale e la polvere lievitante, e sciogliete il burro in un pentolino a fiamma bassissima, poi lasciatelo raffreddare scoperto.
Sbucciate le mele (cercate di tagliare via meno mela possibile – la parte migliore dei frutti è appena sotto la buccia; e se avete un pezzettino di terra gettate lì le bucce invece che nel secchio dell’umido), togliete i torsoli e tagliatene due a dadini e due a fettine sottili, mettendole in due ciotole separate e cospargendole con la buccia e il succo del limone e un cucchiaio di zucchero ognuna.
Mescolate bene e mettete da parte.
Separate i tuorli delle uova dagli albumi e montateli con lo zucchero (non so perché, ma a mano con il cucchiaio di legno vengono meglio che con il Minipimer o il Bimby); quando il composto sarà bello liscio e gonfio (e i granelli di zucchero saranno sciolti) unite il burro sciolto a bagnomaria (mescolando bene), le farine setacciate e le mele tagliate a cubetti, insieme al succo che si sarà formato (mescolando meno possibile). Se il composto non è abbastanza fluido (considerate che tra un minuto dovete aggiungere gli albumi montati a neve, e quelli non li potete strapazzare troppo) aggiungete anche il liquido che si sarà formato sotto le mele tagliate a fettine, e se ancora non basta, un goccio di latte a temperatura ambiente.
A questo punto montate gli albumi a neve ferma (mi raccomando, se usate la stessa ciotola che avete utilizzato per l’impasto lavatela e sgrassatela bene, ciotola e la frusta, altrimenti gli albumi non monteranno mai) e incorporateli all'impasto con il solito movimento dal basso verso l’alto.
Versate tutto nella teglia infarinata, disponete le mele a fettine in cerchi concentrici e infornate.
Lasciate cuocere per una cinquantina di minuti, o fino a quando la superficie della torta non sarà bella dorata; ricorrete alla prova dello stecchino in caso di dubbi, l’importante è che non rimanga impasto crudo attaccato (lo stecchino sarò comunque umido per via delle mele).
C'è chi serve questa torta su di un letto di panna acida.

sabato 26 novembre 2011

LA CURA DI SE'



da Sabato 26 a Domenica 27 Novembre 2011
Convegno Internazionale a Castrocaro

"La cura di sé" - Esserci è avere cura di esistere

 Con la partecipazione di Claudia Rainville il Sabato 26 Novembre con il seminario "Il linguaggio dei nostri malesseri e delle nostre malattie"


Domenica 27 novembre presso il Centro Benessere delle Terme di Castrocaro in occasione del Convegno "La Cura del Sè" effettuerò il trattamento Ayurvedico Pindasweda.
Ecco in cosa consiste:
dopo un breve massaggio rilassante con olio viene effettuato un trattamento mediante applicazione di sacchettini caldi (potali) contenenti un composto a base di polveri di erbe e spezie da me preparati (semi di lino, curcuma, cumino, zenzero in o.e. e altro).
Il calore e le erbe hanno un effetto catabolico, cioè riducono il gonfiore e sciolgono tossine nei tessuti e nelle articolazioni.
I Pindasveda possono essere fatti localmente o su tutto il corpo.
Al termine viene effettuato un riequilibrio energetico ponendo i potali sui chakra (da svadhistana a vishudda, cioè dal secondo al quinto).
Secondo la medicina ayurvedica, tale trattamento riduce "vata" e scioglie le tossine, per cui viene considerato utile nei casi di artrite, osteoartrite, rigidità e gonfiore a livello articolare, gonfiore in tutto il corpo, cellulite e obesità.
Patecipate, con l'ingresso al Convegno i trattamenti miei e di altri operatori olistici sono inclusi nel prezzo di entrata!!!
http://www.visusvita.com/EVENTI/2011/la_cura_di_se_whorkshop.pdf

mercoledì 23 novembre 2011

Yoga classico


Si considerano gli Yogasûtra di Patañjali, il testo teorico filosofico per eccellenza dello yoga, Patañjali ha codificato lo Yoga da questo punto di vista, però, in realtà, a guardarlo bene nel suo complesso, è evidentemente un testo che privilegia la pratica.
Satyananda commenta gli Yogasûtra con il libro “I IV capitoli sulla libertà”, edito solo in inglese, e traduce il titolo così: “E adesso le istruzioni sullo Yoga”.Lo  "Yogasûtra di Patanjali" è il testo dello Yoga che espone lo Yoga filosofico, classico.
Il Râja-yoga detto anche ashtânga-yoga, Yoga degli otto membri, degli otto gradini.
Yoga degli otto membri:
I gradino = Yama;
II gradino = Niyama;
(I primi due gradini sono precetti morali)
III gradino = Âsana;
IV gradino = Prânâyâma, controllo del respiro;
V gradino = Pratyâhâra, il ritiro dei sensi, il ritiro verso l’interno;
VI gradino = Dhâranâ, la concentrazione;
VII gradino = Dhyâna, la meditazione;
VIII gradino = Samâdhi, “enstàsi” yoghica.
La tradizione li divide in due parti, distingue uno Yoga più terreno, che comprende i primi cinque gradini, bahir-anga (membri esterni).
Gli ultimi tre gradini sono tradizionalmente considerati antar-anga, lo Yoga interno, più sottile.
Gli antar-anga considerati nel loro insieme sono anche chiamati samyama


un passo tratto da Sivananda, Concentrazione e Meditazione:
I tre gradi superiori costituiscono lo Yoga propriamente detto, gli altri cinque gradi non sono altro che degli accessori esterni. Allo studio della conoscenza si giunge con la realizzazione dello stato di samyama. Il samyama è per lo yogin un’arma potente. Come l’arciere si esercita nel tiro prima sui bersagli più grandi e poi via via scende ai tiri più difficili, lo yogin pratica il samyama prima su dei soggetti corporei tangibili, e poi passa alle cose più sottili, più raffinate. Si esercita a lungo e sale sulla scala dello Yoga gradino per gradino.
Poi, sempre riferendosi al III capitolo degli Yogasûtra ricorda tutto quello che è possibile conquistare, secondo la tradizione, con la pratica del samyama e continua:
Praticando il samyama sul sole si acquista la conoscenza dei mondi, praticandolo sulla luna la conoscenza dei cieli stellati. Il samyama sulla stella polare permette di conoscere il movimento delle stelle. Applicandolo alla forza degli elefanti si conquista il loro vigore. Facendo samyama sul carattere degli altri si arriva alla comprensione della loro mente, dirigendolo sulla relazione tra l’udito e l’etere si ha l’audizione divina, cercando il nesso esistente tra corpo ed etere lo yogin diventa leggero come un batuffolo di cotone e acquista il potere di spostarsi nell’aria. Orientando il samyama verso la percezione diretta delle impressioni subcoscienti della mente (samskâra) si possono vedere le proprie vite anteriori.
Qui si riferisce al III capitolo di Patañjali, il capitolo delle siddhi.
Da qui si comprende la potenza che tradizionalmente viene attribuita a questa parte dello Yoga.


Pratica di Yoga-nidrâ
Essendo Yoga-nidrâ una tecnica che si pone nell’immobilità del corpo assoluta è importante poter sciogliere il corpo prima, perché altrimenti si possono creare delle tensioni, nonostante sia una posizione di rilassamento.
Dopo questo riscaldamento ricercare la posizione di shavâsana, sistemare con molta attenzione i vestiti, la coperta, in modo da poter riuscire a rimanere confortevoli per tutta la durata della pratica.
Nella posizione di shavâsana il corpo è diritto, la testa allineata, le gambe leggermente divaricate, i talloni all’interno, le braccia appena separate dal corpo, i palmi delle mani rivolti verso l’alto.
Nella pratica di Yoga-nidrâ non dovrebbe esserci alcun movimento fisico, gli occhi sono chiusi e rimangono chiusi per tutta la durata della pratica.

Quando il rilassamento diventa profondo potrà venire sonno, ma bisogna cercare di rimanere completamente svegli, se vengono dei pensieri a disturbare non preoccupatevi, continuate con la pratica.
Sviluppate adesso la coscienza del vostro corpo fisico dalla testa alla punta dei piedi e dite mentalmente “OM”.
In questo momento prendete la vostra risoluzione, una risoluzione molto semplice e ripetetela per tre volte.
Così come voi preparate la terra e seminate un seme, nello stesso modo, adesso, voi seminate una risoluzione.
La risoluzione che prendete durante Yoga-nidrâ si avvererà sicuramente nella vostra vita. Dopo che avete espresso la vostra risoluzione, ritornate alla coscienza del corpo fisico, dell’intero corpo fisico dalla testa alla punta dei piedi.
Rotazione della coscienza attraverso le diverse parti del corpo: ripetete il nome delle varie parti nella vostra mente, cercate di sviluppare la consapevolezza delle varie parti del corpo, solo per un momento, non a lungo.
Si ricorda il principio della gradualità quando si propone una pratica di rilassamento a principianti, a persone che non hanno familiarità con il rilassamento profondo. E’ importante partire con rilassamenti delicati e gradualmente entrare nella profondità.
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Mantenendo gli occhi chiusi riprendete gradualmente il tono muscolare del corpo con piccoli movimenti e quando vi sentirete pronti vi riporterete gradualmente nella posizione seduta.
La pratica di Yoga-nidrâ è così terminata.

mercoledì 16 novembre 2011

E’ arrivato il freddo, SCALDIAMOCI CON LA ZUPPA DI MISO!


 La zuppa di miso e un piatto base della cucina giapponese e macrobiotica. Il miso si ricava dalla fermentazione della  soia gialla con sale marino a cui spesso viene aggiunto anche un cereale, generalmente riso e od orzo. Il suo aspetto è quello di una pasta di colore scuro, ricca di enzimi utili in  caso di problemi digestivi, intestinali o di abbassamento delle difese immunitarie, contiene una buona quantità di proteine nobili,vitamine del gruppo B e Sali minerali . Le sue proprietà lo rendono un alimento che andrebbe introdotto nell’ alimentazione quotidiana sotto forma di zuppa  o di condimento.
Inoltre RISCALDA, aiuta a depurare il fegato e migliora lo stato di pelle e capelli.
Il miso lo si acquista nei negozi di prodotti Bio,.
Nota importante: verificare sempre che  non sia pastorizzato per
 poter avere intatte tutte le sue proprietà.

Ricetta base per 1 persona

Ingredienti
1 tazza di acqua
1 pezzo di alga wakame
1 pezzetto di zenzero
1 cipollina o un porro piccolo
Verdure di stagione a piacere

Tagliare l’ alga a pezzettini piccoli e metterla a bagno nell’ acqua fredda
per 10 minuti.
Affettare la cipolla o porro, grattugiare lo zenzero, intanto portare ad ebollizione
l’alga con la cipolla, quando l’ acqua inizia a sobbollire, spegnete il fuoco e aggiungete il miso che avrete sciolto in un pochino di acqua calda, coprite e lasciate riposare per 5 minuti e servite con lo zenzero.
Nota importante la zuppa di miso non deve mai bollire, per mantenere intatti gli enzimi, non può essere preparata ore prima e non può essere congelata.
Questa è la ricetta base che potete variare secondo i vostri gusti e aggiungendo le verdure di stagione

martedì 15 novembre 2011

IL VACCINO NATURALE: RINFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO CON ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA


Con l’arrivo della stagione fredda, del manifestarsi dei primi raffreddori, tosse e mal di gola si inizia a parlare di vaccini influenzali. E’ doveroso ricordare che la prima forma di prevenzione sia l’ assumersi la responsabilità della nostra salute attivandoci nel mantenere una alimentazione e uno stile di vita sano!
La reazione del sistema immunitario è strettamente influenzato dal sovraccarico di stress a cui viene sottoposto, superata una certa soglia di tolleranza mano a mano diminuisce la sua capacità regolativa di risposta.
Il sistema immunitario intestinale è fra i più sviluppati dal nostro organismo, il mantenimento di un intestino sano è fondamentale per una buona prevenzione.
La ricetta basilare è cercare di mantenere ritmi a misura d’uomo, movimento fisico e respirare in contatto con la natura, alimentazione sana nel rispetto delle stagionalità e pensieri “puliti”!!!
La natura ci offre degli ottimi rinforzi per aiutarci, con gli alimenti che ci dona, verdure,cereali e legumi, non dimentichiamoci i centrifugati di frutta e verdura freschi, le zuppe di verdura e di cereali e legumi.
E quando abbiamo comunque bisogno di un supporto attingiamo alla ricchissima varietà di piante che utilizza la fitoterapia, abbiamo ricordato la rosa canina,aggiungiamo l’ECHINACEA una pianta utilizzata da migliaia di anni per il suo un effetto stimolante dell’ immunitario ( aumenta l’ attività macrofagica),svolge un’ azione antinfiammatoria ,antifungina e antiossidante.

Quando  abbiamo catarro e tosse ricordiamoci L’ELICRISO con la sua azione spasmolitica.
Inoltre non dimentichiamoci la favolosa fonte degli oli essenziali, ad esempio EUCALIPTO, TIMO e MALELEUCA con la loro azione antisettica e balsamica utilizzati nei diffusori aiutano a ripulire l’ ambiente in cui viviamo.
Se prendiamo freddo o ci sentiamo stanchi non dimentichiamoci di farci un bel PEDILUVIO CALDO CON SALE INTEGRALE,un ottimo rimedio rigenerante.
Nel caso tivu’ e giornali inizino a bombardarci di rischi di pandemie , respiriamo e non lasciamoci prendere dal panico, non ammaliamoci di PAURA!
Facciamo tesoro dell’ esperienza di un anno fa quando fu proclamato il rischio di pandemia del virus H1N1 o influenza suina. Quello che si diffuse fu soprattutto l’ acquisto con denaro pubblico di vaccini che sono rimasti( per fortuna) giacenti per l’ 80% nei magazzini di farmaceutici.
La Commissione Sanità del Consiglio d'Europa, ha denunciato la scarsissima trasparenza da parte dell'OMS e delle strutture pubbliche nella gestione dell'emergenza come “la prova schiacciante del fatto che la gravità della pandemia è stata largamente sovrastimata dall'OMS”.

venerdì 4 novembre 2011

RICETTE VELOCI: CROCCHETTE di Zucca e Riso



Passate al passaverdura della polpa di zucca cotta in forno. Per ogni 400 gr. di zucca unite 300 gr. di riso bianco bollito, 50 gr. di farina 00, 2 uova intere, sale e prezzemolo tritato. Mescolate bene e formate delle crocchette, inserendo all’interno di ognuna un dadino di gorgonzola. Infarinate e passate nell’uovo sbattuto e nel pane grattugiato. Fate riposare in frigo per almeno 30 minuti e friggete in abbondante olio o passate in forno a 220 gr fino a doratura (circa 15 minuti)


Alternativa alle castagne:
molto banalmente, creare con le mani delle palline di riso grandi una noce,  passarle nella farina di castagne, nell'uovo sbattuto e poi ancora in un mix di pangrattato e farina di castagne.
    Riporre  il tutto su una teglia coperta di carta forno e cotto a 180 gradi per 15-20 minuti (fino a doratura).

mercoledì 2 novembre 2011

Questo Cavolo sempre in cassetta..... che meraviglia

Nella nostra "cassettina" del Gruppo di acquisto GAStello troviamo spesso nella stagione fredda il cavolo. e' proprio quello che ci vuole poiché il cavolo andrebbe mangiato almeno una volta alla settimana per beneficiare delle sue innumerevoli proprietà. 
Questo alimento è un  antinfiammatorio per eccellenza, è ottimo come disinfettante del colon, allevia il mal di testa ed il suo succo aiuta a curare le ulcere della pelle in quanto cicatrizzante, è  depurativo, disinfettante, decongestionante e riequilibrante, si prepara al bisogno, centrifugando o schiacciando con le mani le foglie fresche del cavolo. 
Il succo fresco da bere è ricchissimo di vitamine è indicato in caso affaticamento generale, anemia, ascessi, artrite, colite, fragilità capillare, acne, demineralizzazione, influenza, disturbi intestinali, scorbuto, problemi di stomaco o di fegato, sembra inoltre influenzare positivamente l’umore e contrastare l’eccessivo nervosismo.  Contiene un grande quantità di vitamina C, acido glutammico e aminoacidi. 

martedì 1 novembre 2011

I CACHI


Il cachi (Diospyrus kaki), kaki o anche caco, è un frutto originario del Giappone, arrivato nelle nostre terre agli inizi del ‘700.  Molto ricco di zuccheri (16%), di vitamine A, C e K.
 Se assunto in grandi quantità e a completa maturazione può avere spiccate proprietà lassative e diuretiche. Mentre se mangiato acerbo è ricco di tannino, sostanza che gli conferisce quel sapore fortemente astringente. Nella mia esperienza personale, durante lo svezzamento dei bambini, non lo ho trovato sempre lassativo, quando maturo, bensì ho imparato ad apprezzarlo in quanto riequilibratore; in caso di stitichezza lassativo e più astringente, nei casi di feci molli.  
E’ un frutto molto energetico, per questo consigliato ai bambini e a chi pratica molto sport.

Crocchette di Riso e Castagne


Alternativa alla Zucca: le Castagne:
molto banalmente, creare con le mani delle palline di riso grandi una noce,  passarle nella farina di castagne, nell'uovo sbattuto e poi ancora in un mix di pangrattato e farina di castagne.
    Riporre  il tutto su una teglia coperta di carta forno e cotto a 180 gradi per 15-20 minuti (fino a doratura).

RISO CON SEDANO, PINOLI, UVETTA E MELA


 Ingredienti per 4 persone

300 g di riso basmati
2 coste di sedano
30 g di uvetta
50 g di pinoli
1 mela
1 cucchiaino di curcuma
Sale, olio

Cuocere il riso in abbondante acqua salata.
Nel frattempo tagliare a listarelle fini il sedano,  cubetti piccoli la mela, poi saltarli in padella con i pinoli e l’ uvetta. Quando il riso sarà cotto passarlo in padella per saltarlo con gli altri ingredienti e aggiungere il cucchiaio di curcuma. Servire caldo.

Zuccheri raffinati, calorie vuote


Lo zucchero è energia ed i bambini ne hanno bisogno!  Spesso sentiamo tali affermazioni, che corrispondono al vero a patto che si evitino gli zuccheri raffinati.
Tali importanti nutrienti andrebbero consumati sotto forma di carboidrati a catena lunga come nei cereali integrali biodinamici o biologici, liberando il glucosio nel metabolismo in modo lento e costante.
Purtroppo i nostri figli sono abituati a ingerire zucchero raffinato, edulcoranti artificiali, cibi zuccherati e dolcificati con le più svariate sostanze. Li abituiamo così a sapori dolci talmente forti da coprire interamente l’alimento in cui viene addizionato.
Naturalmente lo zucchero, ovvero il succo, scuro,  estratto dalla polpa della barbabietola è  ricco di vitamine, sali minerali, enzimi, oligoelementi che darebbero tutto il loro benefico apporto di vita, di energia e di salute. Il procedimento che lo trasforma in candidi microcristalli bianchi oltre a modificarne la forma ne cambia anche la sostanza attraverso complesse trasformazioni industriali: prima viene depurato con latte di calce che provoca la perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio; poi, per eliminare la calce che è rimasta in eccesso, il succo zuccherino viene trattato con anidride carbonica. Il prodotto quindi subisce ancora un trattamento con anidride solforosa per eliminare il colore scuro, successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. Si arriva così allo zucchero grezzo. Altri passaggi  lo vedono filtrato e decolorato con carbone animale. Questo prodotto finale serve poi ad addizionare gran parte di ciò che mangiamo attivando così un circuito vizioso, una reale forma di dipendenza.
Ma perché è assolutamente, e più che mai nei bambini, meglio evitare questo dolcificante?
Gli zuccheri raffinati, industriali, come pure lo zucchero d'uva fabbricato sinteticamente, sono isolati "chimicamente puri", che nel corpo per la loro decomposizione e disposizione necessitano delle stesse vitamine e sostanze minerali come tutti gli zuccheri di frutta e amidi naturali, ma questi ultimi contemporaneamente li forniscono, mentre gli altri ne privano il corpo, impoverendolo da un lato e disorientando le sue funzioni dall'altro .
Innanzi tutto distrugge tutte le diverse vitamine del gruppo B, e induce carenza di vit. H e K.
Sotto forma di dolci merendine, biscotti… contribuiscono alla formazione della carie dentaria e provocano nel bambino quel costante senso di fame e insoddisfazione metabolica dovuta al rapido assorbimento che determina poi un calo del glucosio nel sangue, influenzando negativamente lo stato psichico. Ipercinesie e malumori improvvisi non sono altro che ipoglicemie reattive causate da merendine e dolciumi fuori pasto.  Pertanto evitiamo i dolcificanti chimici e utilizziamo tutto ciò che la Natura ci fornisce per regalare al nostro corpo salute e forza:
Impariamo ad usare frutta fresca e secca, frullata e a pezzi per dolcificare le nostre ricette, (uvetta e albicocche secche ricche di vitamina C), succo di mela concentrato, scorza di agrumi (solo se BIO), miele integrale, malto di cereali,  melassa,  succo di agave e succo d’acero.  Ma attenzione a non confondere lo zucchero integrale di canna biologico (che non subisce trattamenti chimici di raffinazione ed è prodotto con metodo artigianale e semplice lasciandolo ricco di sali minerali nonché di calcio, fosforo, zinco, magnesio, e di vitamine A, B1, B2 B5, B6, C, D, E) con lo zucchero di canna grezzo che subisce trattamenti di raffinazione poco meno dello zucchero bianco, è quasi altrettanto nutrizionalmente equivalente e non essendo biologico spesso presenta metalli e sostanze indesiderabili come il cromo che il processo di raffinazione eliminerebbe!!!  Una beffa!